L’aumento degli assorbimenti patrimoniali in uno scenario di peggioramento delle condizioni economiche
Rodolfo Vanzini
1 giugno 2018
La regolamentazione sul rischio di credito richiede che le banche nel cosiddetto approccio standard detengano patrimonio di vigilanza in ragione della quantità e della qualità del credito erogato associando ogni esposizione creditizia ad un peso in base all’appartenenza della controparte a determinate categorie distinte per tipologia di controparte e merito di credito.
Il portafoglio crediti della banca
Prendiamo, ad esempio, una banca con un portafoglio di posizioni come quello indicato in tabella di seguito. Si tratta di sei esposizioni di 100 ciascuna (in migliaia di euro) distinte per categoria di appartenenza (corporate e retail). Una di esse, la A, è dotata di un rating emesso da una agenzia di valutazione del merito di credito; le esposizioni C e D non sono assisistite da contratti accessori di garanzia come le altre quattro.
In particolare, la controparte A è assistita da una garanzia consortile prestata mediante un contratto di fidejussione, B da un pegno su titoli di Stato italiani, E e F da ipoteca su rispettivamente un immobile residenziale e uno commerciale.
controparte | categoria | attivo | rating | garantita | tipologia | garanzia |
---|---|---|---|---|---|---|
A | corporate | 100 | Sì | Sì | Fidej. | Confidi |
B | corporate | 100 | No | Sì | Pegno | Titoli |
C | retail | 100 | No | No | ||
D | retail | 100 | No | No | ||
E | retail | 100 | No | Sì | Ipo. | Imm. res. |
F | retail | 100 | No | Sì | Ipo. | Imm. comm. |
Gli RWA e il patrimonio richiesto
Nell’approccio standard il patrimonio assorbito ai fini della regolamentazione è basato su di uno schema di pesi percentuali assegnati alle esposizioni in funzione dell’appartenenza a determinate categorie di controparti riportate all’interno di una griglia.
In generale vale la seguente relazione – dove per RWA, risk weighted assets, si intendono le esposizioni ponderate per il rischio – in merito ai requisiti patrimoniali previsti dalla regolamentazione vigente (Basilea 3) prevista dall’art. 92 della CRR (il regolamento comunitario nr. 575 del 2013):
Fondi propri/RWA>8%
In altre parole ogni 100 euro di crediti per cassa (o di firma) nei confronti di un’esposizione assorbono 8 euro di capitale economico della banca (meglio definirlo come fondi propri o come patrimonio di vigilanza). Di fatto viene aggiunto un coefficiente di conservazione di capitale (capital conservation buffer, CCB) pari al 2,5% che innalza il coefficiente di assorbimento patrimoniale al 10,5% – vedremo però che esso è associato solo nei confronti delle grandi imprese.
Il coefficiente patrimoniale dunque viene applicato non alle esposizioni nominali, bensì a quelle rettificate e ponderate per fattori che dipendono dalla loro rischiosità in base ad uno schema in cui si tiene conto del merito di credito assegnato alla controparte e dall’appartenenza a determinate categorie di debitori.
Alle controparti assistite da un rating assegnato da un’agenzia esterna (ECAI, external credit assessment institution) è riconosciuta la possibilità di beneficiare di un minore assorbimento patrimoniale, mentre per quelle sprovviste – l’enorme maggioranza – è previsto che gli venga assegnato un coefficiente ponderale pari al 100%.
Le esposizione sono distinte in funzione dell’appartenenza o meno ai portafogli corporate e retail: si tratta rispettivamente di esposizioni nei confronti di imprese di grandi dimensioni e di tutte le altre controparti comprendenti piccole e medie imprese, famiglie produttrici (denominati spesso POE, per piccoli operatori economici) e le famiglie consumatrici). Alle esposizioni appartenenti al portafoglio retail viene abbinato un coefficiente di supporto (SME support factor) che di fatto riduce il coefficiente di assorbimento patrimoniale ai fini regolamentari dal 10,5% all’8%.
controparte | categoria | attivo | peso | rwa | ccb | patr_richiesto |
---|---|---|---|---|---|---|
A | corporate | 100 | 0,50 | 50 | 1,0000 | 5,25 |
B | corporate | 100 | 0,20 | 20 | 1,0000 | 2,10 |
C | retail | 100 | 0,75 | 75 | 0,7619 | 6,00 |
D | retail | 100 | 0,75 | 75 | 0,7619 | 6,00 |
E | retail | 100 | 0,35 | 35 | 0,7619 | 2,80 |
F | retail | 100 | 0,50 | 50 | 0,7619 | 4,00 |
Le controparti A e B sono classificate come “corporate” e questo significa che la banca ricorrendo al rating di un’agenzia può beneficiare del minore coefficiente ponderale assegnato alle controparti con rating migliore rispetto a quello considerato standard (pari a 1).
Alle esposizioni coperte da garanzie personali (fidejussioni) prestate da consorzi di garanzia (Confidi) ricevono il coefficiente ponderale del garante. Nel caso specifico riportato in tabella l’esposizione A, garantita da un Confidi, riceve il coefficiente ponderale relativo al garante (in questo caso pari a 0,50). Le esposizioni garantite da pegno sono abbinate a coefficiente ponderali inferiori rispetto a quelli relativi alla controparte debitrice (il coefficiente dipende dall’uso dei metodi semplificato o integrale, che qui non si trattano), nel caso di quanto riportato in tabella si tratta di 0,20.
Le esposizioni non garantite parte del portafoglio retail, tutte senza rating ECAI, sono abbinate a coefficienti inferiori a quelli integrali (il coefficiente ponderale è pari al 100% per le esposizioni prive di rating classificate nel portafoglio corporate) e ponderate al 75%, conseguentemente le esposizioni C e D hanno un RWA pari a 75. Infine le esposizioni garantite da ipoteca su immobili residenziali e commerciali sono abbinate a coefficienti ponderali pari rispettivamente a 35% e 50%, le esposizioni E e F pesano 35 e 50.
Il patrimonio richiesto a fronte di ogni esposizione nel nostro esempio, sempre riportato in tabella, e complessivamente pari a 26,15 (dato dalla somma dei patrimoni assorbiti dalle singole esposizioni). Il grafico riportato di seguito mostra il confronto tra gli attivi, le RWA e il patrimonio richiesto dalle esposizioni.
Il deterioramento del rischio di credito
La banca dispone, in questa simulazione dimostrativa, un patrimonio di vigilanza (o fondi propri) pari a 100.
Il deterioramento del rischio di credito, qui definito come un peggioramento del merito di credito delle controparti e una minore tenuta delle garanzie a fronte delle esposizioni, ha un impatto:
- sui coefficienti ponderali (aumentano i pesi associati alle singole esposizioni);
- sul patrimonio disponibile della banca (aumentano le rettifiche a fronte dei rischi di credito).
Nel caso in esempio, gli accantonamenti che complessivamente la banca spesa a fronte del peggioramento delle condizioni creditizie della clientela sono pari a 30, producendo di fatto una compressione dell’utile delle banca pari al medesimo importo (facendo delle ipotesi grossolane ma ragionevoli ai fini espostivi). Uno scenario di complessivo deterioramento delle condizioni economiche delle controparti debitrici di una banca si manifesta con un aumento dei coefficienti ponderali:
- peggiorano i rating delle imprese corporate;
- si rendono più frequenti i fenomeni di anomalia creditizia:
- ritardi nei pagamenti;
- mancati ripristini di utilizzi maggiori di quelli accordati (sconfinamenti);
- insoluti nell’incasso di crediti anticipati;
- si riduce il controvalore delle garanzie reali e peggiora il merito di credito dei garanti personali;
- aumentano, infine, le perdite su crediti.
Nel calcolo dei requisiti patrimoniali in base all’approccio standard previsto dalle norme vigenti aumentano i coefficienti ponderali, come nell’esempio riportato nella tabella seguente.
Lo scenario degradato, simulato di seguito, presenta un aumento dei coefficienti ponderali.
controparte | base | degradato |
---|---|---|
A | 0,50 | 1,0 |
B | 0,20 | 1,0 |
C | 0,75 | 1,0 |
D | 0,75 | 1,5 |
E | 0,35 | 1,0 |
F | 0,50 | 0,5 |
Conseguentemente, le componenti di patrimonio richiesto diventano quelle riportate nella tabella seguente.
controparte | base | degradato |
---|---|---|
A | 5,25 | 9,97 |
B | 2,10 | 9,97 |
C | 6,00 | 7,60 |
D | 6,00 | 11,40 |
E | 2,80 | 7,60 |
F | 4,00 | 3,80 |
Nel grafico che segue (procedendo per riga) è riportato il confronto tra i due scenari quello base e quello deteriorato. Si nota la diminuzione degli attivi conseguente agli accantonamenti (pari a 30 complessivamente), l’aumento dei pesi sulla base di quanto previsto dalla regolamentazione e riportati nella tabella precedente, il complessivo aumento delle RWA e del patrimonio richieso a fronte di ogni esposizione.
Il patrimonio assorbito passa quindi da 26,15 a 50,34 rispettivamente negli scenari base e degradato, mentre contemporaneamente il patrimonio disponibile si riduce per via degli accantonamenti a rettifica delle esposizioni che la banca deve spesare sul conto economico e che finiscono per gravare sull’utile netto (parte dell’autofinanziamento che incrementa il patrimonio della banca) passando a 70.
Di seguito nel grafico è riportato l’effetto complessivo. Un degradamento delle condizioni economiche da un punto di vista sistemico comporta un aumento dei coefficienti patrimoniali e una diminuzione del patrimonio della banca, diminuendo di fatto il patrimonio libero disponibile.
Malgrado i valori delle esposizioni siano ridotti degli accantonamenti, l’aumentato peso degli attivi e la riduzione del patrimonio possono comportare per la banca la necessità di valutare, almeno in prospettiva, due alternative: riduzione degli impieghi (c.d. deleveraging) e aumento di capitale.
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